lunedì 1 marzo 2010

Il coraggio di essere coinvolti

Non è facile essere se stessi sempre e comunque...Lo so bene io che ho una famiglia e dei figli.
Ti alzi la mattina, in questa città dove tutto conosce tutti e tutti conoscono tutto, e pensi a far finta di niente, a evitare gli specchi perchè a guardarsi negli occhi ci si fa comunque un pò schifo.
Pensare che non sta succedendo niente.

Non pensare che mi hanno strappato via un lavoro che io mi sono sudato e nessuna tessera partitica o sindacale rappresenta il sudore che ho versato
Non pensare a quando stringevo i denti e mi mordevo le labbra e subivo le umiliazioni in silenzio per non essere licenziato e andavo a lavorare nei peggio posti della catena di montaggio, a spaccarmi le braccia pur di mantenere quello che era il mio presente e il futuro della mia famiglia.

Adesso che vedo qualcun altro lottare anche per me, abbasso lo sguardo e cammino veloce pensando a quanto, a quanto vorrei essere lì pure io...Perchè non ci sono?Perchè ho paura di essere coinvolto?

Perchè non sta succedendo niente, le fabbriche riapriranno, le umiliazioni torneranno e io...non posso niente contro tutto questo.

Chiedo scusa a tutti i ragazzi che hanno l'età dei miei figli, vent'anni o poco più.
La mia generazione è una generazione vigliacca, che pur di avere soldi e potere la dignità l'ha buttata via, l'ha dimenticata, l'ha rimossa. Ma non solo quella, anche l'identità...Si l'identità, perchè io non so più chi sono, mi sento solo uno dei tanti. Come una goccia del mare, per capirci.
Eppure qualcuno lotta anche per me.

Scusatemi tutti, pure voi che gridate con la mia voce anche per conto mio, se stasera non sono lì a ridere o piangere insieme, a scrivere messaggi, volantini, a fare il punto della situazione.
Ma non sta succedendo niente, e chi sono io per compromettermi così?Per sfidare questo sistema?
Le fabbriche riapriranno e io tornerò a essere umiliato. Voi forse no.

Io tornerò a essere umiliato, voi no.
Come sempre.

Andate avanti. Non mollate.