martedì 16 febbraio 2010

Miseria e Nobiltà

Non posso credere di essere rimasta senza il mio lavoro.
Prendetela come un piagnisteo, un continuo lamentarsi addosso, ma io faccio ancora fatica ad abituarmi. Eppure di mesi ne sono passati.

Per una donna non pensiate che sia facile restare senza niente tra le mani, da un giorno all'altro.
Con uno stipendio da fame, riuscire a mettere in piedi un pranzo e una cena, a dare ai miei figli la parvenza di una vita normale.

Non pensiate che sia facile dormire la notte, quando la mattina dopo ci si sveglia ed è un altro giorno, identico a quello di ieri e identico a quello di domani.

Io sono fuori mercato. Cosa significa? Significa che per questa società io non ho diritto di cercarmi un' occupazione perchè non servo più.

Io per lo Stato devo accontentarmi dell'elemosina che ricevo, e dire persino grazie mille con gratitudine vera. La cassaintegrazione i politici non sanno nemmeno cos'è. Non sanno come si vive con 4 soldi, i problemi che ci sono, perchè non hanno l'umiltà di sentirsi dei privilegiati, non ha il senso della nazione, ma solo quello personale, anche se sentendo queste parole qualcuno farà il finto indignato e minaccerà magari querela, chiedendo soldi ovviamente. Perchè gli affamati di denaro non conosco l'anoressia, al massimo sono sempre bulimici.

Ho una rabbia dentro che graffia più della puntina del giradischi su un vecchio vinile.

Politici, sindacalisti, che mi dite di star calma, di sorridere, di sentirmi fortunata.. Vi prego. Non fatelo più. Vorrei prevalesse dentro di me sempre e solo la speranza e la forza di andare avanti nonostante tutto. Perchè se fosse la rabbia a prendere il sopravvento, allora sarebbe davvero finita la possibilità che si crei in un futuro qualcosa di migliore per i nostri figli.

Lavoro all'Antonio Merloni da non molti anni. Prima mi avevano detto che le donne non le assumevano e quando è stato possibile ho lottato disperatamente per l'impiego in questa azienda. Anche contro la mia dignità.

Oggi per pagare l'affitto e mantenere i miei figli ho dovuto integrare la cassaintegrazione con un lavoro in nero.
Faccio la donna delle pulizie e guadagno 6 euro l'ora.
Mi spacco la schiena dalla mattina alle 8 per 10 ore , senza nessun diritto lavorativo, ma lo faccio solo per i soldi.
All'improvviso.. mi sono sentita immigrata anche io..come le badanti dell'Est. Non mi sentivo più italiana, perchè lo Stato c'è solo quando deve chiedermi le tasse, e la politica c'è solo quando ci sono le elezioni per chiedere voti, per strappare promesse.

Non chiedo nient'altro se non il mio vero posto di lavoro, nella catena di montaggio a fare frigoriferi. Niente di più. Non un euro di troppo.

Sono sfiduciata..lo so le cose non cambieranno...ma chissà che qualcuno domani come me, non vergognandosi di raccontare la sua storia, possa riuscire a smuovere le coscenze di chi dovrebbe aiutarci, di chi dovrebbe rappresentare lo Stato e non abbandonarci.

Vado perchè è tardi e domani un altro giorno arriverà.

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